La Giornata della Sensa

(La Giornata dell’Ascensione nelle frazioni di Roana)

Quando sboccia la primavera tra le nostre montagne centinaia di persone si apprestano ad ultimare i preparativi per partecipare alle decine di tradizioni che i 7 Comuni propongono ormai da lungo tempo (tanto che per alcuni usi e costumi la memoria non è più in grado di ravvisarne le origini). Non importa quale sia il tempo, non interessano acquazzoni o temporali…le tradizioni sono tali e vanno rispettate! 

A Canove, il 25 aprile, come già narrato precedentemente, si celebra San Marco, patrono paesano, tra giostre, dolciumi e gli immancabili kükklen. E San Marco non sarebbe tale se l’uomo non regalasse il cuco alla sua amata! Il kükklen, giova ribadirlo, è infatti segno d’amore, di rispetto, di simpatia, di amicizia e nei tempi addietro il legame che esso creava poteva essere addirittura “costrittivo e vincolante”. 

Durante la Giornata dell’Ascensione, che ricade la prima domenica contati quaranta giorni dopo la Pasqua, è usanza a Canove che la donna regali all’uomo un uovo colorato per ricambiare il pensiero del cuco donatole a San Marco. Al giorno d’oggi questo contraccambio ha assunto un’accezione puramente informale, un sincero ringraziamento per “sdebitarsi” del piccolo ma significativo presente del cuco. Ma nel periodo sino alla seconda Guerra Mondiale, la donna che nella Giornata dell’Ascensione avesse, dopo la funzione religiosa, durante il pic-nic, offerto un ovetto colorato ad un Lui, avrebbe compiuto un pegno d’amore eterno: detto in due parole, come afferma qualche paesano cui è andata proprio così, la coppia poteva anche sposarsi. 

Sfortunatamente negli anni il cattivo tempo l’ha spesso fatta da padrone scoraggiando i più a partecipare ma non impedendo di certo agli immancabili di presenziare, consentendo così a questa meravigliosa tradizione di non scomparire. 

Ma la Giornata dell’Ascensione non è celebrata solo a Canove con un pranzo all’aria aperta, svaghi e la consegna dell’uovo colorato (preceduti, ricordo, dalla messa nella cappella dedicata a Beata Giovanna Maria Bonomo¹), ma anche a Camporovere: qui tutti i paesani si radunano nella chiesetta in località Höel, per partecipare alla messa e soprattutto per non mancare al consueto pranzo dove con decine di uova e chili di funghi viene preparata la prelibata Fortaja coi Sponsoi (frittata con funghi, nello specifico si tratta spugnole alias Morchella Conica). 

Anticamente, come afferma l’illustre Abate Agostino Dal Pozzo,

“… (gli abitanti di Camporovere) nel giorno dell’Ascensione convengono processionalmente in un luogo non lungi dall’abitato: quivi il curato benedice solennemente varie ceste ricolme di calda polenta e di ricotta che s’imbandiscono di poi agli intervenuti accoccolati sopra un prato, i quali dopo una scorpacciata di questo cibo grossolano, ritornano, girando un monte, in paese”. 

V’è inoltre una curiosa leggenda sulla località dell’Höel. Pare che per cause dovute al suo isolamento questa zona fosse divenuta dimora di demoni. Così gli antichi cimbri, avvicinandosi a questo luogo, per scacciare gli spiriti maligni recitavano, ovviamente nell’antico idioma: 

Vergine Santa del tuo Gesù misericordioso, tienici lontani gli spiriti dell’Höel

A Roana invece, fino a qualche tempo fa, le famiglie si radunavano annualmente in località Spillek, o Pill-ecke (dal cimbro “collina del capitello”), per essere presenti alla funzione religiosa e fare poi uno spuntino in mezzo ai prati col tarassaco in fiore. Negli anni addietro anche a Cesuna veniva celebrata la Giornata dell’Ascensione con una processione che partiva dalla chiesa e giungeva in centro al paese. A Treschè Cesuna, invece, la consuetudine della processione è fortunatamente ancora in vita (il mercoledì precedente la Grande Rogazione): si parte dalla chiesetta di San Rocco e si giunge sino a località Stella. Simbolo di questa ricorrenza è il ginepro, pianta dal grande valore simbolico utilizzata sia durante la processione per la benedizione dei campi sia per adornare le croci del Cristo che si incontrano lungo il tragitto. Sfortunatamente però queste splendide usanze in alcuni paesi stanno subendo un lento declino ed in altri, ancor peggio, sono già inesorabilmente scomparse.

¹ Beata Giovanna Maria Bonomo nacque il 15 agosto 1606 e morì l’1 marzo 1670.

Estratto dal libro: “Tradizioni dei Sette Comuni” di Luigi Frigo Bettinado